CAOS (and) ORDER IN THE GARDEN
Un nuovo approccio all’ambiente generato da cambiamento climatico e guerre, impone alla progettazione del paesaggio cambiamenti di stile rispettosi dei tempi moderni: linee, percorsi, volumi, funzioni, e giardinieri, non bastano più a rendere un luogo giardino. Da sempre il giardino richiede un progetto, ma non deve per forza essere interpretato, può lasciare spazio all’immaginazione. Oggi però vacillano le certezze degli spazi formali, al loro posto germoglia un cambiamento stilistico che non ha più timore di individuare nelle piccole cose i valori fondamentali, in alcuni casi può bastare anche solo un’immersione nella vegetazione lussureggiante. Nei nuovi giardini la meraviglia del fare non si oppone all’ozio perchè vi è maggiore consapevolezza e rispetto per l’ambiente.
Per quanto rappresentino armonia e bellezza, le piante sono materia e soggetto di tutti i giardini: abbandonate a sé stesse, inizialmente impiegano tempo a trovare armonia, cambiano i volumi del giardino, richiedono addirittura forze contrarie per essere tenute a bada. Ma con un progetto ben ideato, la totalità del sistema vegetale riesce a maturare, e sincronizzandosi alle nostre aspettative, completa il giardino con virtuose variazioni capaci di materializzare anche i sogni più ambiziosi.
Consapevoli dell’esistenza di una rete biologica che ricava energia dalla biodiversità, svanisce il contrasto tra la dimensione personale e quella collettiva, poiché senza la prima, non esiste neanche l’idea stessa di natura, verso la quale siamo attratti da un ritrovato senso di appartenenza che ci fa riconoscere il paesaggio come bene comune.
Siamo cambiati, è cambiata la nostra idea di natura e il progetto del giardino deve indagare nuove forme basate su un concetto evoluto di wilderness culture. Nascono nuovi giardini apparentemente caotici come espressione artistica per realizzare sogni, e come scelta naturale per creare il giardino più bello, in cui si percepisce equilibrio tra le forze biologiche e le intuizioni creative che portano al progetto. Chi frequenta la natura sa che il caos è uno stato transitorio che non ci appartiene, ma chi ha pratica di giardini, sa che la natura non conosce imposizioni, a meno che non siano presenti cura e frequentazione costante per impostare funzioni.