“Alla Mensa di Madre Etna” celebra la ricchezza delle piante commestibili, raffigurando la grande interazione tra la selezione naturale e l’interferenza umana nel corso del tempo, che ha portato alla diversità ecologica di oggi. Il giardino commestibile si estende sul terreno grigio cenere come una lingua di lava del vulcano che scende a valle, creando un arazzo di vita, una pletora di colori e aromi. Infatti, il “fiume” di specie commestibili è orientato in direzione dell’Etna, rendendole simbolicamente omaggio.
Il giardino è suddiviso in tre zone di essenze commestibili: piante autoctone selvatiche, piante autoctone comuni e piante coltivate. Questa successione è un dialogo tra passato e presente, selvatico e coltivato, puro e ibrido, origine e co-evoluzione. Al centro del giardino c’è un tavolo circolare in pietra che può essere raggiunto da ogni angolo del giardino, senza percorsi obbligati. I sentieri irregolari lasciati liberi dalla vegetazione permettono di passeggiare dolcemente nel giardino, sfiorando arbusti e alberi, consentendo un contatto intimo con il paesaggio circostante.
“Alla Mensa di Madre Etna” è una celebrazione dell’abbondanza e della resilienza, un omaggio alla terraferma siciliana, un tributo a coloro che detengono le conoscenze botaniche e medicinali tradizionali delle piante commestibili, nonché ai giardinieri e agli agricoltori di oggi.