Durante le sue lezioni il paesaggista-botanico Noel Kingsbury invita gli studenti ad abbassarsi a quota ‘rabbit’s eye view; osservando le piante dalla visuale di un piccolo animale selvatico, si scopre il retrobottega del giardino: là dove occhieggiano gemme latenti e radicano fusti striscianti si comprendere il ‘come funziona’ delle comunità vegetali e se ne intuiscono in anticipo le linee di sviluppo. E’ in questo invito a guardare la pianta non solo dall’alto verso il basso – metaforicamente e non – che sta lo spirito del progetto: il visitatore ha modo di scendere al di sotto del piano di campagna e dare una furtiva occhiata non solo ai dettagli del sistema caulinare, ma anche a quell’apparato radicale che è al contempo il subconscio del paesaggio emerso (in cui trovano motivazione i comportamenti ‘pubblici’ della società vegetale) e il protagonista di un paesaggio a sé stante, ricco di disegni botanici inediti e – come insegna l’ecologia del terreno – di occulte storie di interazione tra flora e fauna. Un’aiuola dove diverse categorie di piante (alberi, arbusti, erbacee perenni e annuali…) e quindi diversi apparati radicali (fittonanti, fascicolati, ramificati, rizomatosi, bulbosi…) si intrecciano, è sezionata a metà da una trincea in cui, attraverso atipici ‘spioncini’, si soddisfa la curiosità di vedere cosa sta sotto al tappeto della vegetazione aerea. All’evoluzione del sopra, corrisponderà quella del sotto: i paesaggi inquadrati dalle finestre saranno via via percorsi da nuove strade a seconda che le condizioni favoriscano la largheggiante esplorazione superficiale delle radici di un giovane albero, il fitto disseminarsi di annuali fittonanti, o la solida avanzata a falange di carnosi rizomi.
Di SCENDERE è il giardino in cui le piante sono considerate nella loro interezza: non solo per ciò che di esse vuole apparire, ma anche ciò che kryptesthai philei (“ama nascondersi”); e in cui l’osservatore si scopre ‘piccolo animale’ stimolato nel più giocoso dei suoi istinti: quello di svelare ciò che è nascosto.