“E come tutte le più belle cose”, per citare Fabrizio De André, al Radicepura Garden Festival sono in mostra anche i Giardini Nascenti, le opere dei paesaggisti emergenti che portano in giro la loro arte fino ad approdare in Sicilia, culla del Mediterraneo.
Talentuosi e pieni di determinazione, gli artisti vogliono dare un messaggio attraverso i loro progetti dai quali si leva una grande forza comunicativa, un’energia creativa capace di coinvolgere il pubblico inducendolo alla riflessione, ed oltre, alla meditazione che porta benessere e rigenerazione.
Prosegue, quindi, il nostro tour virtuale alla scoperta, stavolta, dei sei Giardini realizzati per omaggiare l’Essenza Mediterranea.
Il primo è “Re-Live” a cura di un team che porta lo stesso nome dell’opera composto da due giovani donne dal curriculum sorprendente. Carmen Guerrero Mostazo è architetto, mentre Andrea Graña Sánchez è ingegnere, paesaggista e agro-ambientalista. Entrambe dotate di una spiccata sensibilità sui temi sociali, scelgono di soffermarsi sull’aspetto del clima e sui movimenti tellurici tipici del territorio siciliano al fine di provocare una presa di coscienza sul delicato argomento. Infine, ci lasciano con un messaggio pieno di ottimismo: dopo ogni disastro torna sempre la speranza.
“Jardin de Mantille” è il nome dato al giardino di Maria Agor, designer francese che condivide la sua esperienza con Joseph Andueza. La mantiglia, paramento da cerimonia della zona mediterranea ed in particolare della Spagna, ricrea un’atmosfera che seduce attraverso i giochi di luce e ombra che mostrano e nascondono un nucleo intimo fatto di fronde accarezzate dal vento. È qui che, a riparo dal mondo esterno, viene preservata la fonte della vita.
Più avanti troviamo il lavoro di Claudia Amias e Joan Batlle che, dalla Spagna, portano al Radicepura Garden Festival un’opera emblematica quanto suggestiva. “Through the Vegetation” costringe il pubblico ad attraversare una sorta di “muro verde” dopo essere stato accolto da un angolo di deserto fatto di rocce e ghiaia del Monte Etna. Solo passando oltre la vegetazione si potrà cogliere appieno il senso di rigenerazione e ritorno alla vita. Una scelta giustificata anche dalla volontà degli artisti di voler porre l’accento sulla tematica della riforestazione e sul valore dell’ambiente.
Adesso è la volta di un folto team composto da ben sei landscaper provenienti dalla Turchia e che spingono il fruitore alla riflessione in merito alla dicotomia uomo/natura: “Passage to Mediterranean” consente di sperimentare e giocare con il paesaggio proponendo un percorso che si divide in varie fasi fino al raggiungimento di uno spazio arredato da piante tipiche dell’area mediterranea.
Poco più in là si è letteralmente ammaliati dalla vista di bianche montagne di sale. Volete saperne di più? Si tratta dell’opera di Alejandro O’Neill, paesaggista e designer freelance con una forte propensione ai temi della sostenibilità, che propone “Hortus Salis”, un’installazione coraggiosa che porta con sé un ricco bagaglio storico. Infatti, milioni di anni fa, il Mediterraneo si trasformò in deserto e l’acqua evaporò lasciando grossi quantitativi di sale. Quest’ultimo ha avuto un impatto profondo sulla vita umana ed è stato, per lungo tempo, parte integrante della cultura del nostro territorio attraverso le cosiddette Vie del sale. Questa installazione esplora il concetto di sale nel giardino evidenziando la forte connessione dell’uomo con il paesaggio Mediterraneo e in particolare con la Sicilia.
Infine, arriviamo al team più numeroso di tutto il festival, quello composto dagli studenti del Corso di Laurea in Verde Ornamentale e Tutela del Paesaggio dell’Università di Bologna. Il loro giardino tutto italiano si chiama “Identità Mediterranea” e rievoca scorci appartenenti al mondo del passato. Questo perché, fin dai tempi più antichi, il Mediterraneo è stato teatro di popoli in continuo fermento, animato da scambi commerciali, voglia di conquista e scoperta, contaminazioni culturali e artistiche. Oggi, con la globalizzazione, è difficile riflettere sul valore di suddetti scambi e, grazie al giardino, il visitatore potrà stabilire autonomamente quanto l’identità mediterranea ne venga svilita o, al contrario, rafforzata.
Anche questo secondo tour virtuale termina qui, ma le opere sono ancora più coinvolgenti dal vivo, nel parco del Radicepura Garden Festival, e avete tempo fino al 21 ottobre di quest’anno per poterli ammirare con i vostri occhi.
Vi siete persi il primo tour virtuale? Nessun problema: potete trovarlo qui.
Adesso non vi rimane che venirci a trovare per visitare i giardini d’autore nell’esclusivo parco di Radicepura!
Vi aspettiamo!